Primo giorno di scuola
Il primo giorno di scuola porta con sé un’emozione dal sapore antico.
Ricordo giorni di noiosissime minacce preventive, pomeriggi a cercare copertine per rivestire i libri e grembiulini azzurri da provare.
“Chissà chi avrò in classe… come sarà la maestra… dove riuscirò a prendere posto…”.
Sulla posizione davanti, dietro o centrale si potrebbero sprecarsi fiumi d’inchiostro digitale.
Si spaziava tra i perentori “Tu siediti davanti!” di mamma ai funambolici “dietro è meglio perché puoi fare casino senza essere beccato” degli amici,
anche se il livello di approfondimento sul tema raggiungeva vette insospettabili con guelfi, ghibellini e bipartisan, o se preferisci, ex democristiani/renziani.
Guelfi (prima fila Sky)
Se ti siedi davanti in realtà puoi copiare meglio perché la maestra a volte si sposta e guarda soprattutto gli ultimi banchi.
Poi sederti davanti ti fa partire con mezzo voto in più perché dimostra il tuo desiderio di fare bene e di essere protagonista del percorso didattico.
Ti basta studiare forte all’inizio e poi vivi di rendita.
Se prenderai un brutto voto sarà sempre considerata un’eccezione o un evento fortuito fuori dal tuo controllo, della serie ‘stavi male’ oppure ‘avevi grossi problemi familiari’ e comunque ‘una giornata no può succedere a tutti’.
Paradossalmente è il posto migliore per farsi gli affari tuoi.
Pro: apprendimento, considerazione insegnanti, paraculaggine estesa.
Contro: rischio reputazionale di essere etichettato come secchione, lesso, bigotto, devoto al potere e quindi emarginato dalla vera vita.
Ghibellino (ultimi posti limonata libera)
Sedersi dietro significa prima di tutto dare un messaggio di togaggine ai compagni e soprattutto alle compagne (per chi è maschio).
Non hai paura dell’autorità precostituita, puoi essere visto come un ribelle, hai il controllo visivo di tutta la classe, puoi colpire impunitamente con gomme, carte e cerbottana tutti i compagni senza che nessuno ti veda.
Il tragitto che l’insegnante fa per raggiungerti ti permette di eliminare ogni prova di reato, copiatura, cospirazione.
E poi, soprattutto, sedersi dietro è uno status.
Pro: fa figo.
Contro: sei nel mirino dei prof.
Bipartisan
In mezzo stai benissimo perché puoi intercettare i traffici di tutti, puoi avere più compagni con cui scambiare foglietti e ti perdi nella confusione.
Puoi colpire nell’ombra, giocare sulla tua preparazione, tenere un piede in due scarpe e soprattutto essere al centro del gossip.
Pro: in medio stat virtus, o come direbbe un mio amico sciamano, in medium stat virtus… Bologna.
Contro: senza infamia e senza lode.
Genitori e figli
Il primo giorno di scuola mette inevitabilmente a nudo lo scontro generazionale e il palese conflitto d’interessi genitori figli, ravvivando da una parte i ricordi d’infanzia di mamma e papà e dall’altra il dilemma sulla linea da seguire con i loro neo studenti.
I genitori 3.0, intrippati nelle responsabilità del ruolo, sono spesso costretti a dire cose lontanissime da quelle che loro stessi avrebbe voluto sentire da bambini.
Così, quando suona la campanella, coerenti, negazionisti, talebani e liberali si ritrovano a fare i conti con se stessi e col tempo che passa.
Coerenti
Da veri teppisti hanno il coraggio di trasferire ai loro figli tutto il know-how acquisito in lunghissimi anni di bullismo, ribellione ed allergia cronica alla scuola.
In questo caso le note saranno festeggiate con orgoglio nella piena consapevolezza che i prof sono tutti degli stronzi e che nessun genio è andato bene a scuola.
Negazionisti
Temibilissima categoria di genitori con innumerevoli scheletri scolastici nell’armadio che però rinnegano tutto evangelizzando il mondo sull’importanza assoluta della scuola, della condotta e dell’impegno.
Falsi come giuda, verranno smentiti dalla vita stessa, travolti dal contrappasso.
Talebani
Secchioni erano e secchioni resteranno.
Hanno quell’abilità innata ad andare bene a scuola e ad essere interessanti nella vita come un editoriale sull’importanza del gioco di Arrigo Sacchi sulla Gazzetta della Sport.
Disposti a comprare il primo banco per i figli ipotecando la casa, si eccitano selvaggiamente per un’interrogazione a sorpresa raggiungendo vette di piacere inaudite.
Con una metodicità paranoica esercitano un controllo siderale sui compiti e sulla condotta scolastica dei figli destinati all’emarginazione sociale.
Quando non sanno cosa fare studiano, ospitando brufoli e capigliature che sarebbero agghiaccianti per Antonio Conte.
Liberali
Consapevoli del loro frizzante percorso scolastico e della natura umana divagano senza prendere posizione.
Intimamente sperano che i figli possano essere meglio di loro invocando in segreto angeli custodi e spiriti guida.
Abilissimi nell’arte di delegare a fonti esterni i messaggi positivi sulla scuola e sull’istruzione, attendono con apparente disincanto i responsi del registro elettronico, perché l’importante è la salute.
Un saluto da un ghibellino liberale e che Dio ce la mandi buona.