Transcivetta: 10 trucchetti per sopravvivere

Transcivetta 10 trucchetti per sopravvivere Alessandro Vianello Virginia De Martin

Transcivetta: 10 trucchetti per sopravvivere


Transcivetta 10 trucchetti per sopravvivere Alessandro Vianello Virginia De Martin
Come direbbe il Maestro, la Transcivetta non è una passeggiata…

e questo articolo potrebbe chiamarsi anche “cose da fare una volta sola nella vita” oppure “ma perché il carbogel ha il tappo così duro?”.

Stai infatti per leggere il ricordo di una folle impresa e qualche consiglio per sopravvivere senza allenamento a quei 23,5 Km di sofferenza arrivando in fondo. Quasi vivo.

Avevo voglia di correre.
Forrest Gump

Non so perché, ma ho sempre sentito l’esigenza di mettermi alla prova, di sperimentare, di andare per primo alla scoperta dei limiti, sia per avere un’esperienza diretta di certi stati che per riderci sopra con gli amici.

Cosa meglio del Transcivetta?

Come saprai, questa classicissima della corsa in montagna con i suoi 1950 metri di dislivello positivo (quello che è stato scoperto all’antidoping) e 869 mt di dislivello negativo (quello pessimista che non crede in se stesso) si corre in coppia, dello stesso sesso o mista.

Sono ammessi anche gli scambisti, ma non devono dare nell’occhio.

In genere sono le coppie che partono per ultime e al primo tornante s’imboscano fingendo di raccogliere funghi.

L’edizione 2015 ha raggiunto la cifra record di 1.000 ed è stata allertata anche la task force micologica della Forestale.

Se ci arrivi con la stessa condizione fisica del Presidente della Lazio Lotito, ecco 10 trucchetti per sopravvivere:

1. Partner top

Scegli una compagna bella, simpatica e molto più forte di te.

Quando sarai sopraffatto dal dolore il desiderio di non fare brutta figura ti farà arrivare al traguardo mantenendo un livello base di dignità.

Sembrerai normale, ironico, interessante.

A distanza di alcuni anni da quel 15 luglio 2012 posso infatti scrivere questo post solo grazie alla mia compagna d’avventura, un’atleta meravigliosa senza la quale sarei entrato nell’albo d’oro partendo dalla fine, nel senso che sarei finito.

Virginia De Martin Topranin (sì, ha un cognome così, non possiamo farci niente), campionessa di cross country (sci di fondo per intenderci) mi ha supportato, sopportato, fatto finta di non conoscere ai ristori e salvato la vita aprendomi il carbogel quando un crampo al pettorale mi aveva devastato le ultime speranze di farcela.

Grazie Ginny.

Naturalmente, se sei una donna scegliti un tipo alla Brad Pit..

2. No gufi, solo Civette

Se come me hai donato la cartilagine del ginocchio alla pallavolo e non potrai mai allenarti bene correndo, allora punta tutto sull’entusiasmo e l’incoscienza.

Circondati di positività ed arriva a questa sfida con te stesso convinto che ce la farai.

Lascia stare i super esperti di preparazione fisica per i quali se non fai almeno 10 km al giorno sul piano ti stai praticamente suicidando. Non è vero. Ci vai solo molto vicino.

Niente gufi, solo civette sorridenti.

3. Elicottero

Non devi proprio prendere l’auto oppure falla prendere al tuo partner, perché quando arrivi al traguardo diciamo che non hai i riflessi di Hamilton e solo entrare nell’abitacolo è un’impresa da superuomo.

Figuriamoci schiacciare i pedali.

L’elicottero del Suem è molto meglio.

4. Keep Calm & Think Different

Mentre tutti si accalcano alla partenza stai nel rifugio a Listolade, fai una bella colazione, dai un’occhiata alla Gazza in tranquillità ed intasa il bagno in perfetta solitudine svuotandoti da tutto ciò che renderà più pesante la tua ascesa.

Non saranno quei 10 minuti di relax a farti uscire dal podio.

5. Niente Santini in tasca

Li vedrai tutti sul percorso, non ti preoccupare.

L’Arcangelo Gabriele è uno degli organizzatori.

6. No SQUARAUS INSIDE

Il momento in cui devi veramente dare il meglio di te è nei punti di ristoro.

Non ti devi mai fermare, devi superare più concorrenti possibili con aria di sfida, come se fossi Valentino Rossi in rimonta.

Devi arraffare pezzi di banana, cioccolata ed ogni liquido proposto dai volontari.

Non fermarti mai, depreda.

Qui la grandezza sta nel mescolare al volo il gatorade ghiacciato (mortacci loro) con il the ustionante (ri-mortacci loro) creando una nuova bevanda tiepida che puoi tracannare continuando a camminare.

Stai attentissimo a non fare questa operazione dentro lo stomaco perché lo squaraus è in agguato.

Rischi di raggiungere gli scambisti.

6. FREGATENE DEL PAESAGGIO

Ecco, se c’è un temibilissimo tranello da evitare è quello paesaggistico.

Oltre il Rifugio Tissi non sei lì per guardare il paesaggio.

Certo, siamo sulle Dolomiti, ma evita di farti sedurre dalle sirene del panorama!

Fregatene di tutto e stai nel sentiero.

Soprattutto sulla forcella di Col Negro pensa solo a salire perché i crampi ti stanno aspettando e le uniche sirene che sentirai saranno quelle dell’autoambulanza.

7. Carbogel come se non ci fosse un domani

Riempiti le tasche, fai incetta, diventa un bagarino ambulante a 2000 mt.

Questa sostanza zuccherosa ti salva la vita ma ha un terribile difetto: il tappo è elettrosaldato.

Ci vuole la forza di una donna per aprirlo.

Occhio, anzi pinze.

8. vai oltre

Vai oltre il dolore e quando sei stravolto vai ancora avanti.

Superata una certa soglia la sofferenza diventa bella, cominci a non sentire più niente.

Questa è la vera magia, la vera estasi della Transcivetta.

9. corri al Traguardo

Qualsiasi cosa tu abbia fatto prima e indipendentemente dalla tua condizione fisica, comincia a correre ed arriva trionfante al traguardo della Transcivetta.

Non importa se i menischi restano indietro, tu corri, corri come Forrest Gump!

Indimenticabile la visione del cronometro (se usavano la clessidra era uguale) e gli applausi, un mix di pietà, compassione, stupore.

10. niente Doccia

Prima dell’elicottero, ai Piani di Pezzè ti aspetta l’ultima grande sfida della Transcivetta: la doccia.

Lascia stare.

Stai puzzone, anche perché se ti cade il sapone non lo tiri più su.

Sono un po’ stanchino…
Forrest Gump

Come hai visto dalla foto, Lei uguale, io distrutto.

Up and Joy

PS: 4:31:59 non è il tempo che ci ho messo, ma la durata della più bella pisciata della mia vita: 4 minuti, 31 secondi e 59 centesimi.

Avendo ingerito ettolitri di bevanda tiepida senza mai fermarmi, sono arrivato ad un tale punto di saturazione che a 3 km dal traguardo ho creato un nuovo torrente per il rafting.

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